martedì 26 novembre 2013

LATTE MATERNO VS LATTE VACCINO A VOI LA SCELTA

La decisione di dare al proprio bambino il latte materno è probabilmente una delle scelte più importanti in materia di nutrizione.

Una scelta che avrà conseguenze sulla sua salute e sul suo sviluppo.
Bisognerebbe capire se realmente si è compresa l’importanza della nutrizione e di quanto questa possa condizionare in futuro la salute dei bambini.
Possiamo considerare il latte materno come il miglior alimento per i neonati, in quanto fornisce tutte le sostanze nutritive di cui ha bisogno e la cui composizione si modifica a seconda delle necessità del neonato, anche all’interno della stessa poppata. Ma non solo. U
n bambino allattato al seno riceve dal latte materno una naturale immunità ad allergie ed infezioni, oltre ad essere sempre batteriologicamente puro.
Il latte vaccino, invece, non conferisce nessuna immunità e per essere batteriologicamente puro deve subire dei processi che lo riscaldano portandolo a temperature capaci di uccidere i microbi patogeni. La pastorizzazione è vero che permette di diminuire la carica microbica del latte, per contro però determina modificazioni chimiche nei nutrienti che li rendono meno biodisponibili, in particolare per quanto riguarda le vitamine termolabili (B e C) e alcuni minerali.Distrugge, inoltre, l’enzima lattasi, che rende possibile la scissione del lattosio. 
Non sappiamo esattamente quando, si è instaurata la convinzione che il latte vaccino sia il degno sostituto di quello materno.
Quello che sappiamo è che la scelta di allattare al seno viene scartata, indipendentemente dalla motivazione, proprio in virtù di questa convinzione.

Un dato di fatto: in natura siamo l’unica specie, che dopo lo svezzamento, beve il latte e persino di un’ altro animale. Eppure a
partire dall’ età di tre anni circa, il nostro corpo smette di produrre l’enzima lattasi che ci aiuta a scindere e digerire il lattosio, cosa che dimostra come il latte materno o vaccino che sia, non siano più indispensabili dopo una certa età.
In natura, il latte di ogni specie, prodotto dalla secrezione delle ghiandole mammarie dei mammiferi dopo il parto,  va ad esclusivo beneficio e vantaggio di quella specie, quello materno è sicuramente in armonia con il metabolismo dell’uomo e corrisponde esattamente alla costituzione biologica del neonato

L’uso di latte artificiale, presentato come la norma, non dovrebbe essere nemmeno pubblicizzato, anzi, dovrebbe essere considerato una soluzione di ripiego in quei rarissimi casi in cui la madre è impossibilitata ad allattare.
                                                                        
Vediamo le differenze nello specifico, anche se bisogna tenere a mente che i dati riportati hanno un valore indicativo, in quanto, la composizione del latte, seppure nell'ambito della stessa specie, varia in funzione della razza, della stagione, del tipo di alimentazione, dello stato di salute dell'animale, ecc…
LATTOSIO GRASSI PROTEINE CALCIO
LATTE MATERNO 7,2 3,5 0,9 33
LATTE VACCINO 4,9 3,5 3,6 118
Partiamo dai glucidi. Il lattosio (carboidrato presente in maggior misura) è particolarmente abbondante nel latte materno, questo perché il cervello dei neonati cresce rapidamente e necessita di questo zucchero come rifornimento facilmente disponibile e continuo. Il latte di vacca ne contiene di meno, in quanto il cervello del vitello, non si svilupperà tanto quanto quello umano, quindi nel latte artificiale il produttore "è costretto" ad aggiungere lo zucchero. Il lattosio è inoltre, indispensabile per lo sviluppo del sistema nervoso centrale, per la produzione di mielina e favorisce, nello stesso tempo, la proliferazione dei lattobacilli beneficiosi. Questi lattobacilli instaurano condizioni di normalità nel tratto intestinale del neonato che alla nascita risulta completamente sterile e che viene immediatamente colonizzato a partire dal parto.
In quel momento viene colonizzato dai microorganismi con cui viene a contatto provenienti dal tratto riproduttivo della madre, successivamente i batteri provengono dall'allattamento. 

Questo significa che il tipo di allattamento, materno o artificiale, è la prima discriminante per la costruzione di una buona microflora in grado di proteggere dalle intolleranze alimentari o, al contrario, di una microflora come fattore di innesco di intolleranze. Vediamo perché: Il latte materno costituisce, come abbiamo visto, una fonte straordinaria di batteri amici che facilitano la costruzione;di una barriera intestinale efficiente, capace di filtrare gli elementi nutritivi e di respingere, invece, le macromolecole del cibo. L'intestino del neonato è permeabile per poter permettere il passaggio di fattori di crescita ed anticorpi, presenti nel latte materno, che sono direttamente funzionali alla crescita e allo sviluppo del suo sistema immunitario. Nei bambini allattati al seno la permeabilità decresce per preparare il bambino al momento in cui dovrà, con lo svezzamento, lasciar passare i nutrienti e respingere le macromolecole. Nei bambini allattati artificialmente l' intestino rimane permeabile anche durante lo svezzamento, predisponendolo all'ingresso di macromolecole alimentari e allo sviluppo di intolleranzeCome si manifestano le intolleranze?


Intestino: pancia gonfia, diarrea e stitichezza.
Apparato respiratorio: bronchiti, otiti, tonsilliti ricorrenti. 
Cute: dermatiti, eczemi.
Sistema nervoso: irritabilità, disturbi del sonno, scarsa attenzione a scuola.
Ovviamente le intolleranze si manifestano anche negli adulti.
Ecco un breve schema.
Intolleranze negli adulti
Il problema, purtroppo si aggrava con l'introduzione del latte vaccino. 

Ma Facciamo un passo indietro.
Ilatte vaccino, presenta una concentrazione di proteine tre volte superiore rispetto a quello materno.
I vitelli, infatti, hanno bisogno di crescere in fretta.
Il normale fabbisogno di proteine dei neonati si aggira sui 1,8 grammi.
Con l'assunzione di latte vaccino, la dose giornaliera sale a 7-8 grammi di proteine.
Perché in questi casi non vengono rispettate le dose giornaliere raccomandate dal Ministero della Salute?
Allora ecco che i produttori di latte artificiale riducono il contenuto di proteine.
Purtroppo però la fonte di provenienza di tali proteine fa sì che qualitativamente siano molto diverse da quelle del latte umano. 
Facciamo subito un esempio: nel latte vaccino la percentuale maggiore è costituita da una proteinala caseina, difficile da digerire. 
Questa proteina forma dei composti gommosi nell’intestino del bambino, non è un caso che i bambini non allattati dalla madre siano particolarmente soggetti a coliche. Al contrario, il latte umano contiene una percentuale molto bassa di caseina che, comunque, risulta essere specie specifica e quindi digeribile dal neonato.
La caseina ha la tendenza ad incollarsi alla mucosa intestinale, causandone l'infiammazione ed il peggioramento della permeabilità. 
Non a caso, ricordiamo che la caseina viene utilizzata come colla.
Viene utilizzata ad esempio, per incollare le etichette delle birre o per il fissaggio del legno.



Parliamo adesso dei grassi. In quello materno c’è un 55% di acidi grassi polinsaturi (Alfa-linolenico, appartenente alla famiglia degli omega-3 e l’ acido Linoleico, appartenente a quella degli omega-6) e un 45% di insaturi I polinsaturi sono indispensabili per la produzione di energia, per la formazione delle membrane cellulari - a cui conferiscono elasticità e flessibilità - per la regolazione della pressione sanguinea, per il corretto equilibrio e produzione ormonale, oltre ad  accellerare e ottimizzare  la crescita della mielinizzazione del sistema nervoso centrale.

Al contrario, il latte di vacca contiene un 70% di acidi grassi saturi e 30% di poliinsaturi. Inoltre questo 30% di poliinsaturi perde le sue proprietá per effetto del calore. 

















Passiamo al calcio.

Il calcio tanto reclamizzato nel latte vaccino viene male assorbito dall'organismo dall'uomo, perché e associato con una percentuale troppo alta di fosforo, (fattore inibente) e alla caseina. Paradossalmente, gli esseri umani assorbono meno calcio dal latte vaccino, che ne è ricco, che da quello materno, che ha, invece, un contenuto inferiore. 
Quello che è importante ai fini dell’assorbimento è il rapporto Calcio/Fosforo, che nel latte di donna è di 2:1 (nel latte vaccino è di 1:1); questo rapporto è ottimale per l’assorbimento del calcio.
Il giusto assorbimento si traduce sul piano clinico in un’azione protettiva del latte materno nei confronti dell’ipocalcemia neonatale e di prevenzione del rachitismo nei mesi successivi.

Per concludere: esiste un'Associazione di volontariato composta da Mamme che si chiama La Leche League che si dedica al sostegno delle mamma che desiderano allattare.
Non offrono consigli, piuttosto informazioni aggiornate e valide scientificamente, affinché la mamma in questione possa sviluppare da sola le conoscenze necessarie prima di prendere una decisione così importante: allattare o meno il proprio bambino. www.lllitalia.org





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